Il quesito posto da un utente riguarda gli indici delle Euro-classi di reazione al fuoco in confronto alla classificazione italiana di reazione al fuoco.
Di seguito la risposta:
Inquadramento normativo
Sono molte le normative antincendio che dal DM 26/06/1984 sono state emanate in merito alla reazione al fuoco dei materiali.
Ad oggi se ne contano 21, tra Decreti Ministeriali, Note Ministeriali e Lettere Circolari.
Per entrare nel merito della risposta, occorre avere conoscenza in particolare dei seguenti decreti:
- DM 26 giugno 1984 recante “Classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi“
- DM 10 marzo 2005 recante “Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le quali e’ prescritto il requisito della sicurezza in caso d’incendio”
- D.M. 15/03/2005 recante “Requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione installati in attività disciplinate da specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi in base al sistema di classificazione europeo“
DM 26 giugno 1984
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DM 10 marzo 2005
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DM 15 marzo 2005
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Nel primo decreto vengono stabilite le norme, i criteri e le procedure per la classificazione di reazione al fuoco e l’omologazione dei prodotti da costruzione.
Il secondo decreto classifica i prodotti da costruzione in base alle loro caratteristiche di reazione al fuoco. Tutti i prodotti da costruzione sono divisi in tabelle con riferimento all’appropriato metodo di prova. Sono elencati anche i materiali che possono essere considerati incombustibili anche senza essere sottoposti a prove.
Il terzo decreto stabilisce quale deve essere la classe di reazione al fuoco, in funzione del tipo di impiego previsto.
In particolare nel DM 15/03/2005 sono definite le Euro-classi e la comparazione con la classificazione italiana.
Euro-classi e classificazione italiana a confronto
Un elemento fondamentale accomuna tutti i decreti in cui si trattano i prodotti da costruzione. Ovvero che la classificazione alla reazione al fuoco viene determinata nella condizione di uso finale del prodotto. Cioè quando questo possiede le caratteristiche tali da contribuire alla generazione e alla propagazione del fuoco e del fumo.
Sulla base infatti della analisi del comportamento al fuoco ed al fumo dei materiali, vengono definiti diversi pedici con precisi significati:
Esempio: Impiego a pavimento: Bfl-s1
B: Indica una bassa propagazione dell’incendio. Classificazione generica per tutti i prodotti
fl: floor. Classificazione esclusivamente per impiego a pavimento
s1: smoke (scala da 1 a 3) indica la produzione di bassa quantità di fumo
Per rispondere alla domanda di cui al quesito si riporta l’Art. 4 del DM 15/03/2005:
Pertanto la classe 1 di reazione al fuoco italiana è classificabile sia in classe A2fl-s1 che Bfl-s1.
In aggiunta:
Si noti che per impiego a parete ed a soffitto viene aggiunta la
d:drop – indica il grado di gocciolamento a seguito di esposizione al fuoco
In ultimo:
Altri due pedici sono determinati dalle prove sulla reazione al fuoco. Ovvero:
l: linear – A1l / A2l / Bl / …
CA: cavi elettrici – Aca / B1ca / B2ca / …
- verifica di applicabilità di prodotti in funzione dell’impiego;
- spiegazione in dettaglio della conversione tra Euro-classi e classificazione italiana di reazione al fuoco.
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Titolare di NZStudioTecnico, autore di articoli per la rivista “Antincendio”, libri ed e-book sulla prevenzione incendi e collaboratore per numerosi studi prestigiosi di Milano nel campo della prevenzione incendi. Tutto questo supportato dalla passione per il mio lavoro, dal quotidiano aggiornamento professionale e dalla testardaggine sarda.